Valle d’Aosta, piste da fondo aperte dal 6 dicembre

Sappiamo che lo sci di fondo dovrebbe essere uno degli sport consentiti durante le Vacanze di Natale. Molti comprensori si stanno preparando in attesa di un esplicito via libera anche se quanto scritto nel Dpcm che prevede la possibilità di praticare “sport individuale all’aria aperta” dovrebbe di fatto parificare il fondo ad altri sport quali la corsa.

La Valle d’Aosta che da oggi, domenica 6 dicembre è diventata zona arancione, si è portata avanti permettendo esplicitamente l’apertura delle piste da sci di fondo e soprattutto dando la possibilità di raggiungerle anche a chi si trova in altro comune (nella zona arancione non sarebbe possibile muoversi al di fuori del proprio comune se non – sostanzialmente – per motivi di urgenza). Per questo il presidente della regione autonoma Erik Lavevaz ha firmato un’ordinanza che permette di recarsi presso le piste da sci di fondo senza utilizzare gli spogliatoi e mantenendo una distanza di almeno 2 metri durante l’attività.

ALTO ADIGE – Dopo 400 anni il castoro è tornato in Val Pusteria

Il castoro è tornato in Alto Adige, in Val Pusteria, dove era scomparso da 400 anni. A fare la segnalazione è stata l’Associazione cacciatori dell’Alto Adige, un cui esponente ha individuato le tipiche tracce del grosso roditore che era da tempo scomparso dall’Italia. Quello del’Alto Adige è il secondo castoro, probabilmente proveniente da Austria o Slovenia, ad essere stato notato nei nostri corsi d’acqua. A Tarvisio infatti si trova un esemplare identificato per la prima volta nel 2018.

La presenza del castoro, che è stato immortalato da una fototrappola, era stata già desunta dal ritrovamento di alcuni alberi rosicchiati.

 Il castoro europeo vive in torrenti e fiumi a lento scorrimento oltre che negli stagni di una certa dimensione e nei laghi. Con i grossi denti è capace di abbattere alberi che poi utilizza per costruire dighe e rifugi. Secondo la Red List IUCN per gli animali a rischio estinzione, il Castoro Europeo è classificato “a rischio minimo” e la sua popolazione, grazie anche ad alcune opere di reintroduzione, è in aumento.

Si narra che l’ultimo castoro fu avvistato a Versciaco, sempre in Val Pusteria,  nel 1594, l’esemplare sarebbe pesato ben 25 kg.

Distribuzione del castoro in Europa, fonte IUCN

 

Si può andare in montagna con il nuovo lockdown? Lo spiega il CAI

La Salle, Enrico Romanzi

Con il nuovo decreto del 3 novembre in vigore da oggi e l’istruzione delle zone gialle, arancio e rosse, potremo ancora andare in montagna?

Ce lo spiega il CAI, Club alpino italiano. La risposta non è una sola ma dipende appunto dallo stato di emergenza nella regione in cui ci troviamo.

Le Regioni Rosse (Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta) sono infatti caratterizzate da uno “scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”, l’attività motoria è consentita, individualmente, in prossimità della propria abitazione. E’ possibile fare attività sportiva, tra cui è compreso il trekking, all’interno del Comune. Va indossata la mascherina e va mantenuta una distanza di 1 euro dalle altre persone. Nel proprio comune di residenza ci si può spostare solo per lavoro, situazioni di necessità e di salute.

Nelle Regioni Arancioni (Puglia e Sicilia), dove cioè lo scenario è di “elevata gravità e un livello di rischio alto” ci si può spostare al di fuori del proprio comune oltre che per  soliti motivi di lavoro, salute e studio, anche per “per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale Comune”. Secondo il CAI:

“Non essendo sospesa in queste aree l’attività motoria l’attività sportiva (fermo il distanziamento e il divieto di assembramento), si deve ritenere che, nel caso in cui tali attività non possano essere svolte nel proprio Comune (come nel caso dei territori di pianura) lo spostamento all’interno della propria regione, ancorché sconsigliato, sia da considerarsi possibile”.

Nelle Regioni Gialle (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province Autonome di Trento e di Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto) si possono svolgere le attività in montagna, rispettando ovviamente le distanze, evitando assembramenti e utilizzando le mascherine. Non si può ovviamente andare a fare trekking o passeggiate in regioni rosse o arancio.

 

Le raccomandazioni del CAI per andare in montagna in sicurezza

Enrico Romanzi - La Salle

Il Dpcm firmato lo scorso weekend dal premier Antonio Conte ha introdotti alcune limitazioni che tuttavia non ostacolano le attività all’aria aperta in montagna.

Cosa si può fare

  • Le attività all’aria aperta, come il trekking, si possono fare ma bisogna mantenere il distanziamento e devono essere utilizzati i sistemi di protezione di igienizzazione ricordando sempre di evitare assembramenti.
  • Si possono frequentare i rifugi che devono far rispettare il distanziamento interpersonale e le linee guida regionali relative all’accesso, all’utilizzo degli spazi comuni e alla somministrazione di cibi, bevande e alla ristorazione.

Le regole da seguire

  • Mantenere un distanziamento di un metro tra persone non conviventi e il divieto di assembramento.
  • All’aperto l’obbligo della mascherina è escluso solo nei luoghi in cui, per le loro caratteristiche o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.
  • E’ necessario mantenere una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro in attività motoria e di due metri in attività sportiva.

“La consapevolezza di quanto sia delicato il momento attuale deve indurre ciascuno di noi alla massima prudenza e al costante rispetto di sé e degli altri, accettando limitazioni che comunque non impediscono il protrarsi delle attività in montagna, sia pure a determinate condizioni – spiega il presidente del CAI Vincenzo Torti – Fin dall’inizio della pandemia, il Club alpino italiano ha adottato il criterio dell’attenzione, della rinuncia e del senso di responsabilità e invita a proseguire su questa strada, con l’auspicio che il rispetto delle misure di contenimento del virus possano al più presto dare buoni risultati”.

Salomon, dalla linea Golden Trail Series donazioni alla Croce Rossa per il Covid-19

Salomon donerà parte del ricavato dalla linea di trail runnig Golden Trail Series Limited Edition alla Croce Rossa Internazionale (ICRC). Il tutto per supportare le persone che in questi durissimi mesi sono stati colpiti direttamente dall’emergenza Covid-19. ICRC infatti dona e ha donato in queste settimane con la fornitura di attrezzature mediche, ma anche con il sostegno finanziario e la formazione del personale durante la pandemia globale

Tutti abbiamo sentito gli effetti di questa pandemia globale. ICRC è un’organizzazione umanitaria internazionale con risorse localizzate che consentono di raggiungere persone che hanno bisogno di aiuto – ha spiegato Bruno Laroque, Head of Sports Marketing and Community Management di Salomon – La Golden Trail Series riunisce atleti internazionali di diverse culture e il lancio di questa linea di prodotti in edizione limitata è l’occasione perfetta per dare una mano a un’organizzazione che sta avendo un impatto globale nella vita quotidiana delle persone durante questi tempi difficili”.

La linea Golden Trail Series (GTS) comprende una serie di celebri prodotti Salomon, dalle calzature all’abbigliamento, che vengono realizzati in edizioni limitata con nuove colorazioni.