VAL GARDENA – Il certificato GSTC e gli obiettivi per ridurre l’impatto sull’ambiente

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La Val Gardena si sta impegnando per rendere il turismo nella sua vallata, nel cuore delle Dolomiti, sempre più sostenibile. L’assegnazione del certificato GSTC (Global Sustainable Tourism Council) testimonia questo impegno e segna l’inizio di un progetto volto alla tutela del territorio e dell’ambiente, facendo sì che il turismo nei delicati ecosistemi alpini sia sempre più sostenibile. Già dal 2020 i tre comuni della Val Gardena (Ortisei, Santa Cristina e Selva) si sono impegnati per sensibilizzare e a produrre azioni concrete volte al rispetto dell’ambiente.

A partire dalle grandi manifestazioni, come il Sellaronda Bike Day, passando per la promozione e la valorizzazione dell’artigianato, della flora e della fauna locale all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti, fino all’utilizzo di energia a emissioni zero e alla promozione di una mobilità meno inquinante. Oltre alla certificazione, ottenuta a marzo 2023, sono già stati programmati gli step per i prossimi anni. Tra questi quelli di realizzare, entro il 2026, un Centro per la mobilità allo scopo di elaborare progetti per collegamenti senza auto, ridurre del 20% il traffico automobilistico lungo i passi Gardena e Sella, aumentare del 20% i percorsi ciclabili e aumentare dal 10% al 15% gli arrivi con i mezzi di trasporto pubblici. E, ancora, saranno aumentare del 100% le colonnine di ricarica elettrica e del 25% l’utilizzo di energia ricavata da fonti rinnovabili negli esercizi riducendo al contempo del 20% il consumo di plastica.

Di particolare impatti saranno le misure volte a scoraggiare il traffico veicolare che è responsabile, in Alto Adige, del 40% delle emissioni di Co2. A questo fine nasce il Centro di Mobilità della Val Gardena che si propone di analizzare qusto problema e di implementare iniziative volte a ridurre ed ottimizzare il traffico con vari strumenti tra cui i mezzi pubblici e gli impianti di risalita.

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TRENTINO – Allarme ghiacciai, c’è metà neve rispetto alla media

Dopo un’inverno insolitamente secco e una primavera insolitamente calda i ghiacciai del Trentino sono in grande sofferenza. In particolare, la copertura nevosa quest’anno è tra il 50% e il 60% in meno rispetto al valore medio calcolato negli anni.

E’ quanto spiegano i dati elaborati e diffusi dall’Ufficio previsioni e pianificazione della Provincia autonoma di Trento, dalla Commissione glaciologica della Sat, dal Muse e dall’Università degli Studi di Padova

Già fine maggio il fronte di alcuni ghiacciai, tra cui quelli del Mandrone e della Marmolada erano “scoperti”. Cioè la massa nevosa si era sciolta scoprendo il ghiacciaio e facilitando quindi l’ablazione delle neve perenni.

Il ghiacciaio della Marmolada ha visto accumuli pari a 714 mm,(-40% e -50%), quello del Careser 495 mm (-50%); il ghiacciaio de La Mare ha visto accumuli per 607 mm (- 40%).

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Adamello, il ghiacciaio ha perso 10/12 metri dal 2016

Come la maggior parte dei ghiacciai alpini anche quello dell’Adamello è in sofferenza. Ogni anno il ghiacciaio più esteso d’Italia perde 14 milioni di metri cubi di acqua, ovvero quanta ne possono contenere 5600 piscine olimpioniche. L’area coperta dal ghiaccio è scesa da 19 km quadrati nel 1957 a 17,7 nel 2015 e dal 2016 ad oggi lo spessore è sceso di 10-12 metri (nel 2016 era stato registrato uno spessore di 270 sul Pian di Neve).

È quanto ha diffuso Legambiente che ha raccolto alcuni dati con il monitoraggio “Carovana dei ghiacciai” che fa parte di una nuova iniziativa che il sodalizio ha messo in opera in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano (CGI).

“Le masse glaciali dell’Adamello, il più grande ghiacciaio d’Italia, colpiscono in quando a dimensioni e bellezza e lasciano grande sconcerto al pensiero che nei prossimi decenni se continueremo con il trend attuale di immissioni di gas climaterianti, non potranno più essere ammirate dai numerosi turisti che raggiungono il passo del Presena – ha spiegato Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente -. Sicuramente un motivo in più perché si costruisca una maggiore consapevolezza nei cittadini e nei governanti. Stiamo assistendo alla scomparsa di un patrimonio inestimabile poiché non si tratta solo di bellezza e di importanti riduzioni di risorse idriche oltre che di aumento del dissesto. Gli studi di Valter Maggi (CGI- Università Milano Bicocca) ci fanno capire come attraverso la memoria custodita dal ghiacciaio è possibile raccontare la storia di come si sono evoluti l’umanità e l’ambiente”.

I risultati sono stati presentati a Ponte di Legno nel corso di una conferenza cui hanno partecipato esponenti di Legambiente, e del Comitato Glaciologico Italiano.

“Se si potesse esprimere la Tappa dell’Adamello con un’immagine – è il commento di Marco Giardino, Segretario del Comitato Glaciologico Italiano – questa sarebbe una fotografia in bianconero ad elevato contrasto. Un’immagine forte, d’impatto, in grado di mettere chiaramente a confronto i segni delle espansioni glaciali del passato e gli attuali diffusi fenomeni di deglaciazione del massiccio. Il contrasto tra la piccola massa di neve e ghiaccio del Presena e l’ancora imponente altopiano glaciale dell’Adamello, che pure mostra nettamente segni di sofferenza ai suoi margini, dai circhi di alimentazione alle lingue effluenti. Il contrasto fra diversi strati di neve, nevato e ghiaccio con evidenze sia in superficie sia nelle profondità del ghiacciaio, come evidenziano i rilievi nivologici, i monitoraggi glaciologici e le perforazioni che hanno permesso di estrarre informazioni preziosissime sulla storia antica e recente del ghiacciaio dell’Adamello. Studi che oggi si rivelano fondamentali per disegnare gli scenari ambientali del futuro, indispensabili per progettare ed attuare la mitigazione e l’adattamento al riscaldamento climatico.”

 

 

Hero Südtirol Dolomites e l’ambiente: gli obiettivi per un evento sostenibile

© Freddy Planinschek

La maratona di montain bike Bmw Hero Südtirol Dolomites, che si svolgerà il 12 giugno, sarà un evento “sostenibile”. La forza di un evento come questo è anche – soprattutto – il contesto naturale in cui si svolge e quindi a partire da questa edizione saranno intensificati gli sforzi per impattare il meno possibile sull’ambiente.

“Fin dall’edizione di lancio nel 2010 siamo stati consapevoli di quanto le Dolomiti fossero un valore aggiunto importantissimo e insostituibile della nostra Hero. – spiega Gerhard Vanzi, a capo del comitato organizzatore – Amiamo la nostra terra, affascinante e al contempo fragile, e per questa ragione le dobbiamo molte attenzioni, proteggendola dall’azione dell’uomo per salvaguardare il patrimonio affinché le generazioni future possano godere di tanta bellezza”.

L’organizzazione da quest’anno aderirà alla normativa ISO 20121 che identifica la gestione “sostenibile” degli eventi. Le azioni future saranno quindi volte a favorire e implementare la Circular Economy, utilizzando materiali riciclati e riciclabili, attuando la raccolta differenziata. Un altro aspetto è quello del  Carbon Management  che prevede l’aumento dell’efficienza energetica, l’utilizzo di veicoli elettrici e la compensazione della Co2 emessa.

Gli obiettivi ecologici della Hero Südtirol Dolomites

• 60% di acquisti fatti con criteri green, seguendo le direttive del Ministero dell’Ambiente
sui Criteri Ambientali Minimi da applicare;
• 70% di prodotti Food&Beverage locali o sostenibili (certificati BIO o Fair Trade) a KM zero;
• 70% di raccolta differenziata dei rifiuti prodotti all’interno del sito di gara;
• 100% emissioni dirette di CO2 compensate.

(foto © Freddy Planinschek)

The North Face e l’ambiente: entro il 2022 l’80% dei tessuti sarà riciclato

Il brand di abbigliamento outdoor The North Face ha ambiziosi programmi per minimizzare il suo impatto ambientale.

In particolare, entro la primavera del 2022, The North Face ha dichiarato che l’80% dei tessuti d’abbigliamento sintetici sarà riciclato. A questo si aggiunge un costante impegno volto a implementare una supply chainche risulti sempre più sostenibile utilizzando materiali riciclati, agricoltura rigenerativa e design circolare.

The North Face fa parte di VF Corporation che a sua volta ha fissato obiettivi Science-Based Targets che comprendono una riduzione delle emissioni di gas serra Scope 1 e 2 (*) del 55% entro il 2030, e di gas serra Scope 3 del 30% entro il 2030. Il riferimento è stato fissato sull’anno 2017.

I materiali che The North Face maggiormente utilizza sono poliestere, nylon, cotone e pelle (valgono il 93% in peso di tutti i materiali presenti nel processo produttivo)  e generano il 97% delle emissioni di gas serra. L’azienda sta lavorando per cercare alternative più “ecofriendly” come il  Tencel Lyocell di Lenzing: fibre ottenute da foreste gestite in modo sostenibile.

(*)

Con emissioni Scope 1 si intendono le emissioni dirette di GHG provenienti dalle installazioni presenti all’interno dei confini dell’organizzazione dovute all’utilizzo di combustibili fossili e all’emissione in atmosfera di qualsiasi gas ad effetto serra. 

Con emissioni Scope 2 si intendono le emissioni indirette di GHG derivanti dalla generazione di elettricità, calore e vapore importati e consumati dall’organizzazione, che è indirettamente responsabile delle emissioni del fornitore.

Con emissioni Scope 3 si intendono quelle indirette tra cui fonti di emissioni che non sono sotto il diretto controllo dell’azienda ma che sono indiremettamente dovute all’attività che l’azienda svolge.

PIANO BATTAGLIA – La stazione Enea delle Madonie diventa “sentinella del clima”

Madonie Piano Battaglia

Le Madonie, in Sicilia, sono uno dei luoghi scelti per il monitoraggio del clima a livello mondiale. L’Osservatorio dell’Enea delle Madonie è stato infatti selezionato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) per diventare “una sentinella del clima mondiale” dove saranno raccolti dati che serviranno a monitorare i cambiamenti climatici (tra l’altro) studiando la composizione atmosferica ad alta quota.

La Stazione ENEA si trova a a Piano Battaglia, nel comune di Petralia Sottana, 1.700 metri di quota, sul Pizzo Carbonara ed è l’ottavo punto di monitoraggio dei gas ad effetto serra in Italia.

“L’alta quota, la posizione geografica, l’assenza di contaminazioni locali e l’accuratezza delle misure rendono la stazione ‘Piano Battaglia’, un punto di eccellenza per il monitoraggio a scala globale e lo studio dei complessi meccanismi del cambiamento climatico, in linea con i principi delle Nazioni Unite per la promozione del ruolo delle montagne come ‘sentinelle’”, ha spiegato Alcide di Sarra ricercatore del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.

per il Mediterraneo centrale. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha, infatti, conferito all’Osservatorio dell’Enea delle Madonie il riconoscimento ufficiale di stazione regionale per tutta l’area del Mediterraneo centrale, nell’ambito della rete mondiale per lo studio del cambiamento climatico, Global Atmosphere Watch (Gaw), che coinvolge circa 80 Paesi.

Lo rende noto l’Enea in occasione della Giornata mondiale della Meteorologia delle Nazioni Unite, dedicata a “l’oceano, il nostro clima e il tempo”, e che si celebra il 23 marzo per ricordare l’entrata in vigore, nel 1950, della Convenzione che ha segnato la nascita dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia.

La stazione Enea del Parco regionale delle Madonie si trova a circa 1.700 metri di quota, a Piano Battaglia, nel comune di Petralia Sottana (Palermo), e rappresenta oggi l’ottavo punto di monitoraggio dei gas serra in Italia. L’Osservatorio è anche parte del progetto Pulvirus, che studia il legame fra l’inquinamento atmosferico e la diffusione di Covid-19, le interazioni fisiche, chimiche e biologiche tra polveri sottili e virus, e gli effetti del lockdown sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra.

“Con questa stazione l’Enea rafforza la sua partecipazione alla rete mondiale. L’Osservatorio delle Madonie si aggiunge, infatti, all’Osservatorio di Lampedusa, attivo dal 1992”, precisa Francesco Monteleone, ricercatore Enea presso il Laboratorio di osservazioni e misure per l’ambiente e il clima. “Questo riconoscimento di portata internazionale – conclude – conferma l’eccellenza italiana nella ricerca applicata alla protezione dell’ambiente, e consentirà alla stazione delle Madonie di assumere un ruolo di crescente rilievo scientifico”.

MONTECAMPIONE – Arrivano le colonnine per le auto elettriche

montecampione colonnina auto elettrica

Sabato 18 luglio a Montecampione, presso il Laghetto, sarà inaugurata la nuova stazione di ricarica per le auto elettriche. Il sevizio si appoggia a una rete di stazioni che comprende anche quelle di Piancamuno, presso la stazione ferroviaria e il Municipio ed è frutto della collaborazione tra il Comune di Piancamuno e il Consorzio di Montecampione. L’inaugurazione è prevista per le ore 11 ed è apeta al pubblico.