RABBI – Fugatti annuncia l’abbattimento dell’orso che aggredì un uomo il 5 marzo

pixabay, orso

Il 5 marzo in Val di Rabbi un uomo è stato aggredito da un orso. Il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha spiegato nelle scorse ore che l’animale sarà catturato e poi abbattuto.

Il plantigrado, secondo quanto spiegato dall’uomo, lo ha aggredito mordendolo alla testa dopo una corsa di una ventina di metri giù dal bosco. L’uomo è poi rotolato in una scarpata, così come l’orso che poi si è dileguato.

Restano dubbi circa il fatto che il cane dell’aggredito fosse al guinzaglio (come si dovrebbe fare nei boschi) o meno.

L’orso nel frattempo l’orso è stato individuato, si tratta di  MJ5, un maschio figlio di Maja e Joze, due esemplari sloveni introdotti in Trentino alla fine degli anni ’90 al fine di ripopolare la zona. Un ripopolamento che è ha avuto fin troppo successo visto che nel 2021 era stata stimata la presenza di 69 orsi con un tasso di crescita della popolazione del 10%.

L’orso Mj5 ha 18 anni ed è stato negli anni monitorati e individuato come il più mobile tra i plantigradi trentini.

Il presidente Maurizio Fugatti, dopo la cattura dell’animale, provvederà a inoltrare richiesta all’Ispra per il suo abbattimento.

Dal ministero dell’ambiente arrivano dichiarazioni di prudenza: “va accertata la reale pericolosità dell’animale”, mentre dalle associazioni ambientalisti c’è una levata di scudi perché l’Mj5 non venga ucciso.

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Un orso marsicano finisce nella galleria di Forca Canapine, video

Un orso marsicano in una galleria e un video operatore che lo segue con l’intento, almeno sembra, di “accompagnarlo” fuori dal tunnel. Il video sarebbe stato girato nei giorni scorsi mentre la galleria era chiusa al traffico, quindi probabilmente da un addetto ai lavori di manutenzione e poi postato sul gruppo Facebook “Amanti dei Monti Sibillini Marche”.
Nel video si vede il plantigrado che avanza nella galleria Forca Canapine, tra Norcia (Umbria) e Arquata del Tronto (Marche). L’orso marsicano sta tornando nel Parco dei Sibillini e questo non è che una delle varie segnalazioni degli ultimi anni.

L’orso marsicano è una sottospecie dell’Orso bruno (Ursus Arctos), differenziatasi dopo 500 o 600 anni di isolamento sugli Appennini. La specie è classificata come “in pericolo critico” nella classificazione IUCN.

Orsi e umani ai tempi dell’Antropocene, Muse 11 maggio 2022 20,45 streaming

Si terrà mercoledì 11 maggio alle 20.45 al MUSE di Trentoil convegno “Condividere il paesaggio Orsi e umani ai tempi dell’Antropocene”. L’appuntamento, che si potrà seguire anche in diretta streaming vedrà le relazioni dei  ricercatori Giulia Bombieri e Marco Salvatori (MUSE) e Andrea Corradini (FEM/UniTN).

Si parlerà dell’orso in Trentino e dei problemi delle sempre maggiori interazioni tra l’animale e l’uomo e tra il turismo e l’ambiente naturale, a partire dallo studio degli effetti del lockdown del 2020 fino ad arrivare ad esaminare gli episodi di aggressività da parte dei plantigradi capitati negli scorsi anni.

Saranno anche illustrati i risultati del progetto di foto-trappolaggio sistematico inaugurato nel 2015 e attivo ancora oggi.

“Durante la serata presenteremo i risultati delle nostre ricerche, realizzate con metodologie differenti: dalla telemetria GPS con l’utilizzo di radiocollari, al foto-trappolaggio sistematico, sino alla raccolta di casi di interazioni negative uomo-orso a livello globale – spiegano i ricercatori protagonisti dell’appuntamento – Con questi diversi approcci abbiamo studiato il comportamento e il movimento degli orsi, le loro preferenze ambientali, e quali sono le dinamiche di interazione con le persone. L’orso è una specie generalista e molto adattabile, ma necessita di grandi spazi. La sopravvivenza a lungo termine della piccola popolazione di orsi alpina dipende perciò molto da quanto spazio noi umani siamo disposti a concederle. I nostri risultati mostrano che gli orsi mettono in atto tutte le strategie possibili per evitare l’incontro diretto con l’uomo, che risulta così estremamente raro. I dati che abbiamo raccolto ci spingono a riflettere sulla frequentazione turistica della montagna e sui suoi possibili effetti sulla fauna selvatica”.

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L’orsa Dj3 è stata trasferita nel centro faunistico di Worbis in Germania

pixabay, orso

L’esemplare femmina di orso Dj3, ha lasciato il centro faunistico di Casteller. La destinazione del plantigrado è il “Parco alternativo per orsi e lupi” di Worbis, in Germania.

Dj3 è uno di quegli orsi che vengono definiti “problematici”, e che quindi vengono gestiti per ottimizzare la convivenza in sicurezza tra la popolazione locale e la popolazione di orsi che, nei venti anni del progetto Life Ursus, ha superato le 100 unità.

Nel caso specifico l’orsa Dj3 si era resa protagonista di varie predazioni di animali domestici e si era in più occasioni avvicinata ai centri abitati. Da qui la cattura e il trasferimento nel centro di Casteller. Da oggi Dj3 vivrà nell’area di 10 ettari del parco tedesco che dal 2010 ospita anche l’orso Jurka, prelevata sempre dal Trentino.

“Il trasferimento è stato possibile grazie ai rapporti che l’amministrazione provinciale da tempo ha instaurato con la Fondazione per orsi tedesca, così come con numerosi altri enti ed organizzazioni internazionali che si occupano della gestione degli orsi”, hanno spiegato dalla provincia di Trento.

L’orso in Trentino: 12 nuove cucciolate nel 2020, sale a 100 il numero di esemplari

Sale a circa 100 unità il numero di orsi presenti in Trentino. Il conteggio è stato effettuato dopo la rilevazione di 12 cucciolate sul territorio avvenute nel 2020.
Diventa sempre più importante e delicata quindi la convivenza tra l’orso, reintrodotto sul Brenta a partire dal 1999 con il progetto Life Ursus con alcuni esemplari catturati in svizzera ha negli anni portato alla stabilizzazione di una popolazione di circa 50 orsi, che sarebbero quindi arrivati a circa 100 esemplari. Una crescita che sembra sempre più corposa visto che la stima per il 2019 era di 82 o 83 esemplari.

“C’è evidenza del trend di crescita sul nostro territorio – spiega l’assessore Giulia Zanotelli, assessore a agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento – C’è una crescente preoccupazione che ci arriva dai territori e dalle amministrazioni. Ricordo che mentre per gli orsi c’è la direttiva Pacobace che regola una serie di azioni rispetto a determinati comportamenti, ad oggi invece non esiste un piano nazionale sul lupo. La Provincia continuerà a fornire adeguato supporto per le azioni di prevenzione, che sono state implementate soprattutto per quanto riguarda i bidoni anti-orso e altre misure relative, ad esempio, alla protezione delle arnie con le bienenhaus. Il progetto Life Ursus va portato avanti tutelando in primo luogo la sicurezza delle persone che abitano il territorio e che lo frequentano”.

150 forestali noi giorno operano sul territorio e monitorano la situazione, aiutati anche da 60 fototrappole perché è sempre più centrale il monitoraggio preventivo per permettere una pacifica convivenza tra plantigradi e umani. Gli incontri sono sempre più frequenti (qui 2 video) fortunatamente la maggior parte delle volte senza particolari problemi per l’uomo.

Nel frattempo però cresce anche il numero di un altro grande carnivoro tornato in Trentino, e non solo, negli ultimi anni: il lupo. In questo caso il rischio per l’incolumità umana è ancora inferiore ma iniziano a farsi consistenti i danni economici.

La Provincia di Trento ha speso 227.000 euro, nel 2020, in indennizzi per danni provocati da orsi e lupi (152.000 riguardavano l’orso e 74.000 il lupo) per un totale di 380 episodi. I casi solo nel 2020, sono aumentati del 119,6% per quando riguarda il lupo e del 22% per l’orso.

“Per il 2020 abbiamo 17 branchi di lupi censiti – ha spiegato Giovanni Giovannini del Servizio Foreste e Fauna, – sono dati di rilievo considerando che il primo branco in Trentino è stato visto nel 2013: in pochi anni abbiamo registrato un aumento esponenziale di questi animali. Nel 2019 avevamo come sicuri 13 branchi, oggi 17 e molto probabilmente sono anche di più: sicuramente possiamo dire che i lupi presenti sul territorio sono più di un centinaio. Abbiamo poi notato – spiega Giovannini – diversi animali singoli in dispersione, con 7 esemplari investiti e uccisi, 4 maschi e 3 femmine: questa è la prova del fatto che ci sono molti animali che si staccano dai branchi e si muovo sul territorio cercando di frequentare nuove zone”.

 

Mamma orsa cerca di far attraversare la strada a 4 cuccioli, video

Incredibilmente simpatico il video che arriva da Winchester, in Connecticut, e che vede una femmina di orso intenta a far attraversare ai suoi piccoli una strada trafficata. Gli automobilisti sono diligentemente fermi, visto che la polizia aveva bloccato il traffico, e lasciano tutto il tempo a mamma orsa di raggruppare, prendere e riprendere i suoi cuccioli. Man mano che ne porta uno “in salvo” dall’altra parte della carreggiata, ecco che uno scappa, uno si arrampica su un palo… Alla fine mamma ora porterà tutta la famiglia in salvo.

VALLE CAMONICA – Wall in Art premiato da Lagazuoi Winning Ideas Mountain Awards 2021

C’è anche Wall in art, il ciclo di opere d’arte “open air” realizzati sotto la guida del celebre writer Ozmo in Valle Camonica, tra le idee premiate da Lagazuoi Winning Ideas Mountain Awards 2021
Il vicnitore assoluto del concorso è stata Ice Music, la serie di concerti che si è tenuta in quota sul ghiacciaio Presena negli inverni 2018/2019 e 2019/2020 e che è stato fermato quest’anno dal Covid. Il ghiacciaio Presena è al confine tra Trentino e Valle Camonica e propio qui, nella “Terra dei Segni”, nota per le incisioni rupestri, negli scorsi anni il progetto Wall in Art ha creato una sorta di galleria d’arte a cielo aperto tra i paesi di Borno, Malegno, Lozio, Cerveno, Paspardo, Niardo e Vezza d’Oglio varie opere d’arte ammirabili tutto l’anno sui muri dei vari paesi.

Wall in Art è un parco diffuso di arte pubblica, con percorsi escursionistici, realizzato con Gionata Gesi, noto come Ozmo, che ha guidato otto giovani artisti nella realizzazione di opere come Barbaluf, l’homo selvaticus e l’orso, che fanno bella mostra di sé a Vezza d’Oglio, lungo la statale che dalla bassa valle porta al Passo del Tonale.