Il Muse – Museo delle Scienze di Trento compie 10 anni

Sabato 22 luglio 2023: il MUSE – Museo delle Scienze festeggerà 10 anni.

Tante le novità, a partire dal rinnovato sito web, gli eventi e i progetti per celebrare la prima decade del museo di Trento che è stato disegnato da Renzo Piano e che ha accolto in questo periodo più di 4 milioni di persone.

“Il Muse ha cambiato il volto della città – ha commentato il direttore Michele Lanzinger – Un museo che attraverso lo studio e il racconto della natura e delle meraviglie della scienza si è rivelato attrattore turistico e volano di sviluppo per il territorio. In questi 10 anni abbiamo dimostrato che l’investimento fatto per il MUSE è risultato significativo per la nostra comunità per via delle numerosissime attività culturali prodotte o ospitate al museo e tra queste vogliamo ricordare la grande attenzione dedicata ai temi dello sviluppo sostenibile, dell’Antropocene, della tutela della natura, della partecipazione e dell’innovazione. Il museo si è rivelato un buon attrattore di turismo, volano di sviluppo: una scelta ‘illuminata’ grazie alla quale siamo passati da una visione tradizionale della collezione come valore fondante a quella odierna, che ci pone tra i musei nazionali e internazionali di maggior respiro e rilievo”.

Il successo del Muse è da ricercarsi tanto nell’esposizione permanente quanto nella creazione di uno spazio di confronto e di pensiero, spaziando e cogliendo i nessi tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche.

“Un anniversario che segna la svolta nella missione degli enti museali contemporanei, luoghi di collezioni permanenti e al tempo stesso spazi di pensiero, conoscenza, ricerca, per sviluppare un dialogo continuo e virtuoso fra scienza e discipline umanistiche, natura e cultura – ha spiegato il presidente Stefano Zecchi – Con questa progettualità il MUSE è sempre più in primo piano nell’affrontare le grandi sfide planetarie, in termini di transizione ecologica, sostenibilità umana e ambientale”.

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Al Muse di Trento una mostra per vivere una giornata da lupi, dal 4 novembre

Il 4 novembre il MUSE – Museo delle Scienze di Trento inaugura la mostra “Nella mente del lupo”.

Si tratta di “un’esperienza immersiva” con suggestioni visuali e sonore per permette di entrare nella testa di un lupo in disperisione. In questo modo si può capire come “ragiona”, come interpreta la realtà, quali strategie di sopravvivenza adotti.

La mostra fa parte del Progetto LIFE WolfAlps EU, il cui scopo è migliorare la coesistenza tra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi. Per dare forze al messaggio principale del progetto, ovvero la “coesistenza” si investa così l’uomo a scambiarsi i ruoli con il lupo. 

“Grazie alla tecnologia immersiva – per la prima volta in Italia applicata a una mostra naturalistica – e a un approccio sensoriale ed empatico chi visita l’esposizione verrà quindi trasportato in un posto “speciale”, che ha le forme di luoghi naturali familiari all’uomo, vissuti però con le difficoltà, emozioni e necessità di un animale selvatico”, si legge in una nota del MUSE di Trento.

Nel 2023 la mostra approderà poi in Lombardia e in Piemonte.

Foto: Gabriele Cristiani – Archivio Aree Protette Alpi Marittime

Orsi e umani ai tempi dell’Antropocene, Muse 11 maggio 2022 20,45 streaming

Si terrà mercoledì 11 maggio alle 20.45 al MUSE di Trentoil convegno “Condividere il paesaggio Orsi e umani ai tempi dell’Antropocene”. L’appuntamento, che si potrà seguire anche in diretta streaming vedrà le relazioni dei  ricercatori Giulia Bombieri e Marco Salvatori (MUSE) e Andrea Corradini (FEM/UniTN).

Si parlerà dell’orso in Trentino e dei problemi delle sempre maggiori interazioni tra l’animale e l’uomo e tra il turismo e l’ambiente naturale, a partire dallo studio degli effetti del lockdown del 2020 fino ad arrivare ad esaminare gli episodi di aggressività da parte dei plantigradi capitati negli scorsi anni.

Saranno anche illustrati i risultati del progetto di foto-trappolaggio sistematico inaugurato nel 2015 e attivo ancora oggi.

“Durante la serata presenteremo i risultati delle nostre ricerche, realizzate con metodologie differenti: dalla telemetria GPS con l’utilizzo di radiocollari, al foto-trappolaggio sistematico, sino alla raccolta di casi di interazioni negative uomo-orso a livello globale – spiegano i ricercatori protagonisti dell’appuntamento – Con questi diversi approcci abbiamo studiato il comportamento e il movimento degli orsi, le loro preferenze ambientali, e quali sono le dinamiche di interazione con le persone. L’orso è una specie generalista e molto adattabile, ma necessita di grandi spazi. La sopravvivenza a lungo termine della piccola popolazione di orsi alpina dipende perciò molto da quanto spazio noi umani siamo disposti a concederle. I nostri risultati mostrano che gli orsi mettono in atto tutte le strategie possibili per evitare l’incontro diretto con l’uomo, che risulta così estremamente raro. I dati che abbiamo raccolto ci spingono a riflettere sulla frequentazione turistica della montagna e sui suoi possibili effetti sulla fauna selvatica”.

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Un sito raccoglie i migliori scatti di animali fototrappolati in Trentino

E’ online Trentino Camera Trapping, sito curato dal MUSE e dal Settore Grandi Carnivori della Provincia Autonoma di Trento che riporta alcune scene ritraenti animali “catturati” grazie al foto trappolaggio.

Questa tecnica, che ha letteralmente rivoluzionato gli anni il monitoraggio ambientale, consiste nell’installare fotocamere in punti strategici sulle montagne, come crocevia, fonti d’acqua, etc. che si attivano al passaggio degli animali selvatici.

Alcuni degli scatti più suggestivi, come un orso che fa il bagno in una pozza d’acqua, un cervo che si abbevera in un torrente o addirittura una lince che procede guardinga al limitare del bosco, sono visionabili sul portale di Trentino Camera Trapping.

A raccogliere queste foto e questi video sono una lunga serie di volontari che svolgono un compito essenziale per la conoscenza e la conservazione della fauna alpina nell’ambito di un più ampio progetto che si avvale della supervisione scientifica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze.

“A rendere possibile la pubblicazione di Trentino Camera Trapping si aggiunge infine il contributo della Riserva di Biosfera UNESCO ‘Alpi Ledrensi e Judicaria’ che, intuendo il potenziale comunicativo del materiale archiviato, ha scelto di sostenere la sua condivisione nell’ambito del progetto condiviso ACQUAVIVA, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach con il supporto del MUSE – si legge in una nota diffusa dal museo trentino – A partire dal primo nucleo di immagini, per lo più ambientato nei dintorni di pozze e piccole raccolte d’acqua della Riserva di Biosfera, in vista della conclusione del progetto, la piattaforma si prepara ad accogliere nuovi materiali provenienti dall’intero territorio provinciale”.

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Sorapiss, ghiacciai in ritiro e biodiversità in estinzione. Video

Il lago del Sorapiss, è uno dei luoghi maggiormente frequentati dai turisti nelle Dolomiti Ampezzane. e i ghiacciai che lo alimentano, rappresentano un ambiente estremamente dinamico e ora più che mai vulnerabile, in cui la componente vivente e quella non vivente ricercano un continuo equilibrio trasmettendo ai visitatori il loro fascino.

MUSE – Museo delle Scienze, Università degli Studi di Milano e Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, hanno lanciato il video “Ghiacciai in ritiro. Biodiversità in estinzione” in occasione della Giornata Europea dei Parchi (24 maggio), in cui sono raccontate le ricerche effettuate sul ghiacciaio e lo “stato dell’arte” da un punto di vista glaciologico e biologico.

Il versante nord del massiccio del Sorapiss ospita tre ghiacciai che, come praticamente tutte le nevi perenni delle alpi è in costante ritiro. IL lago che si forma dallo scioglimento di questi chiacciai ospita vegetali e animali, alcuni a rischio estinzione, che vanno studiati e protetti.

“Fino a pochi anni fa il Lago del Sorapiss era una delle tante mete delle Dolomiti Ampezzane, insieme a molti altri bei laghi di questa zona. Da qualche tempo il turismo è andato via via aumentando – commenta Michele Da Pozzo, direttore Parco delle Dolomiti d’Ampezzo – I cambiamenti climatici e la sempre maggior frequentazione di certi ambienti dolomitici hanno investito in maniera accelerata questo territorio, ponendoci di fronte a problemi seri di conservazione e dubbi sulla sostenibilità della frequentazione turistica. Con gli specialisti di MUSE e dell’Università di Milano stiamo studiando la dinamica passata e presente nonché la biodiversità floristica e faunistica di questo sito, e faremo di tutto per salvaguardarlo e lasciarlo, nei limiti del possibile, ancora fruibile”.

Nel video si può vedere e ascoltare anche un efficace intervento di Christian Casarotto, glaciologo del MUSE:

“L’evento più esteso di avanzata dei ghiacciai del Sorapiss fa riferimento alla Piccola Età Glaciale che si è conclusa attorno alla metà dell’800 – spiega Casarotto – Da allora si è assistito a una continua fase di ritiro, intervallata da brevi e modeste avanzate, come ad esempio quella degli anni ‘80. Oggi il ghiacciaio non lo vediamo quasi più ma è ancora presente, protetto da uno strato di detrito superficiale che lo rende particolare sotto l’aspetto glaciale ma anche biologico”.

Il ritiro dei ghiacci e la trasformazione delle nevi perenni in “ghiacciai neri” porta anche a un mutamento della flora e delle fauna (insetti e ragni) che vivono sulla superficie glaciale. Una situazione che va costantemente monitorata perché in pochi anni i rapidi cambiamenti climatici potranno portare a modifiche ecologiche molto rilevanti.

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