Montagna, i buoni e i cattivi del 2020 secondo Legambiente: 19 bandiere verdi e 12 bandiere nere

Anche quest’anno Legambiente ha assegnato le bandiere verdi e le bandiere nere per la montagna. Il report del luglio 2020 vede 19 bandiere verdi, ovvero progetti virtuosi che riguardano la montagna e 12 bandiere nere ovvero progetti che, a detta del sodalizio ambientalista, non rispettano la montagna e ne provocano il deterioramento.

Andando a vedere regione per regione, alla Liguria è stata assegnata 1 bandiera verde, al Piemonte 5 verdi e 3 nere, alla Valle d’Aosta 1 verde e 1 nera, alla Lombardia 4 verdi e 2 nere, al Trentino Alto Adige 2 verdi e 2 nere, al Veneto 2 verdi, al Friuli Venezia Giulia 4 verdi e 4 nere.

Le Bandiere Verdi 2020 di Legambiente

In Piemonte bandiera Verde va al progetto Humus Job dell’associazione MiCò e Banda Valle Grana (Cuneo) che ha lanciato una piattaforma per trovare manodopera agricola in modo rapido e trasparente, al Comune di Pomaretto (Torino), per il recupero dei vigneti di Ramiè e dei relativi terrazzamenti, l’Associazione Movimento Lento di Roppolo (Torino), che ha creato una rete di itinerari a promozione del “turismo lento”,  l’ecomuseo del Cusio e del Mottarone (Verbania), per il tentativo di ripristino del lago d’Orta e la valorizzazione dei “luoghi del lago”,

In Liguria Bandiera Verde al Condominio di Comunità di Colletta di Castelbianco (Savona), nato in borgo medievale tornato a vivere grazie all’ospitalità diffusa.

In Valle d’Aosta il riconoscimento è invece andato alle Giunte regionali valdostane in carica dal 2014 a oggi per il percorso sostenibile “Cammino Balteo” che interessa ben 48 comuni e realizza la “Bassa Via della Valle d’Aosta”.

In Lombardia riconoscimenti per la Filiera del Pane bergamasca (Bergamo) che  è riuscita a valorizzare le produzioni cerealicole biologiche delle Valli Bergamasche, per il bio-distretto Valle Camonica (Brescia), per l’iniziativa “Coltivare Paesaggi Resilienti” finalizzato al recupero e alla valorizzazione di terreni abbandonati. Badiera Verde inoltre al Parco delle Orobie Valtellinesi (Sondrio) per lo smantellamento della ski area di Albosaggia e al Comune di Lecco per la rimozione degli skilift dei Piani d’Erna e le iniziativi per un turismo sostenibile.

In Trentino Alto Adige la Bandiera Verde è andata a La Capra Felice (Trento) che alleva capre utilizzando terreni abbandonati, e all’Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai (Trento), per i progetti “Vacanze in Baita” e “Adotta una mucca” perché ha ottenuto la certificazione GSTC.

In Veneto premiata l’Azienda agricola ‘La Calendula’ di Lisa Cantele (Vicenza) per la ricerca e la divulgazione circa l’utilizzo delle erbe medicinali spontanee e la messa a dimora di piante da frutto autoctone e a Dolomiti Contemporanee (Belluno) che ha valorizzato luoghi inutilizzati grazie all’arte.

In Friuli Venezia Giulia premiato il progetto di rinascita del Comune di Tramonti di Sotto (Pordenone) che ha rivalutato un antico borgo fantasma, al Consorzio delle Valli e Dolomiti Friulane, che coniuga valore economico e sociale con rispetto dell’ambiente riunendo 25 aziende agricole, zootecniche e forestali, per il Comune di Pinzano al Tagliamento (Pordenone) per interventi come  la bonifica da vegetazione aliena, l’impiego di capre “giardiniere” etc. e in ultimo la rete di imprese Abete bianco del Friuli – “FriûlDane”, che coinvolge otto imprese della filiera bosco-legno valorizzando l’abete bianco in un’ottica di economia circolare ecosostenibile ed efficiente.

Le Bandiere Nere 2020 di Legambiente

Ci sono poi i “cattivi”, quelli cioè che secondo Legambiente hanno creato lacerazioni nel tessuto montano.

In Piemonte la Bandiera nera è andata all’ Assessorato all’ Agricoltura per modifiche peggiorative alla legge regionale sulla caccia, alla Regione Piemonte – Assessorato ai Trasporti, perché non riattiverà la linea Pinerolo-Torre Pellice e al Comune di Verbania per l’ok alla costruzione di impianti sportivi e parcheggi nella piana alluvionale di Fondotoce.

Le Giunte regionali della Valle d’Aosta e i Comuni di Issogne e Champdepraz in carica negli annitra il 2014 e il 2019 per la discarica per “rifiuti speciali non pericolosi” realizzata nelle immediate vicinanze del Parco Naturale del Mont Avic.

Bendiera nera anche per Regione Lombardia, perché non ha impedito che i sussidi della PAC vengano assegnati agli allevatori della pianura a scapito di quelli di montagna favorendo l’allevamento intensivo e non promuovono quello di qualità e al Comune di Premana (Lecco) per la realizzazione di strade agro-silvo-pastorali e percorsi d’alta quota senza su versanti ripidi con il rischio di far crescere il rischio idrogeologico.

In Trentino Bandiera Nera al sindaco di Borgo Lares e Giunta della provincia di Trento per l’ampliamento dell’area sciistica di Bolbeno e  al Comune di Cembra Lisignago (Trento), per gli interventi presso le praterie umide del lago Santo di Cembra.

In Friuli, la Bandiera Nera è stata assegnata al Comune di Pontebba per un progetto di energia idroelettrico del fiume Fella, alla Parrocchia di Zuglio e al Ministero dei Beni Culturali, per non aver tutelato il Colle e la Pieve di San Pietro,  al Servizio Idraulica della Regione FVG, per gli interventi urgenti di sui corsi d’acqua montani come sul Tagliamento e alla Direzione Centrale Risorse Forestali della Regione FVG, per i progetti di strade forestali impattanti e spesso ingiustificate.

“Negli ultimi cinquant’anni ci siamo allontanati troppo dalla materialità degli ecosistemi, così come dal bisogno di bellezza e di ritmi che ci sono propri. Difficile non accorgersene dopo l’esperienza del Coronavirus – osserva Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – Eppure, proprio una maggiore attenzione agli equilibri naturali ridurrebbe il rischio di fenomeni come il dissesto idrogeologico o la possibilità di contrarre epidemie, e mitigherebbe gli impatti dei cambiamenti climatici, che sulle Alpi mostrano i loro effetti più drammatici ed evidenti. Il variegato paesaggio delle nostre montagne, dalle foreste ai pascoli ai terreni coltivati, ben si presta a una ricerca dell’equilibrio uomo-ambiente oggi più che mai avvertito come fondamentale: l’arco alpino ci offre straordinarie opportunità ed esempi di gestione virtuosa, recupero e valorizzazione dell’esistente da cogliere e praticare al più presto”.