E’ il Manaslu la sfida di Simone Moro per il prossimo inverno

E’ in Manaslu la sfida di Simone Moro per l’inverno 2021/2022. L’alpinista bergamasco tenterà di scalare quella che con 8163 metri è l’ottava vita più alta del mondo.

Il Manaslu è un massiccio himalayano situato nel Nepal centrale e per Simone Moro è il quarto tentativo dopo averci provato nel 2015/16 in compagnia di Tamara Lunger, nel 2018/19 con Pemba Gelje Sherpa e nel 2020/21 con Alex Txicon, tutti tentativi falliti per la troppa neve caduta in un breve lasso di tempo che rese la scalata impraticabile.

“Una spedizione non è mai solo una pura performance, una scalata fatta col cuore in gola – scrisse Simone Moro dopo 51 giorni di attesa nel 2015 – E’ spesso un gioco di pazienza e di nervi e penso che Tamara e io abbiamo davvero fatto tutto per dare tempo al tempo e alla montagna di coprirsi di neve e farsi spazzare dal vento. Questa attesa però ora non ha cambiato nulla e noi abbiamo perso tantissimo materiale alpinistico e passato ore, giornate intere a spalare. Questa avventura è semplicemente rimandata.”

Ad accompagnare Simone Moro ci  saranno Abiral Rai, guida UAIGM, fotografo e pilota di drone, Alex Txicon, e Sajid Alì Sadpara, figlio di Alì Sadpara già compagno dei due nella scalata del Nanga Parbat tragicamente scomparso lo scorso inverno sul K2.

Il progetto prevede di concatenamento della vetta principale e del Pinnacolo Est di 7992 metri, impresa fatta una sola volta nella bella stagione.  

“Il mio alpinismo è figlio di un sogno, non la copia di un alpinismo già fatto – ha spiegato Simone Moro – Queste sono state le mie parole dopo la terza rinuncia al Manaslu per annunciare che a dicembre sarei ritornato. E così sarà. Sarà la quarta volta, neanche il Nanga Parbat mi ha costretto a rinunciare così tanto. Partirò ai primi di dicembre, andrò per l’acclimatamento in Nepal, nella valle del Khumbu, quella dell’Everest, e penso di salire l’Ama Dablam, poi per fine dicembre vorrei essere al campo base del Manaslu. La scorsa volta ho sentito l’esigenza di comportarmi nel modo più conservativo possibile, vista anche la tragedia al K2 dello stesso periodo. Ritorno ora con un nuovo sogno che spero di realizzare”.